E' VIETATO AI CROATI RUBARE LA CULTURA DALMATA
Con la legge sui beni del patrimonio culturale serbo son finiti i furti
E DOPO LE AMEBE VENNERO I CROATI
NOI INNAMORATI DI CRISTIANO PAMBIANCHI
Onore e gloria al dalmata italo serbo Ruggero Boscovich
Una volta falsificati, ovvero croatizzati, nome e cognome di uno scrittore, di un pittore, di un musicista che nacque o visse sul territorio che oggi fa parte della Croazia, la sua opera diventa automaticamente croata.
E' vietato ai croati rubare la cultura dalmata
Marin Držić lo Shakespeare di Ragusa
Risposte alle questioni poste dal sig. Cristiano Pambianchi. F
GIACOMO SCOTTI – LINEAMENTI DI UN GENOCIDIO CULTURALE
Ruggero Giuseppe Boscovich
Nato in Dalmazia da padre serbo, si formò e operò in Italia, dove fu tra i primi a promuovere la diffusione e la discussione critica del newtonianesimo. Nell’opera in cui espresse in maniera organica il suo pensiero filosofico e scientifico, la Philosophiae naturalis theoria redacta ad unicam legem virium in natura existentium (1758), tentò di ridurre tutte le forze della natura a un’unica legge. Molto noto e attivo anche fuori d’Italia, nonostante l’assenza di un’adeguata formalizzazione, le sue teorie fisiche avrebbero esercitato una certa influenza sulla scienza del 19° secolo.
Primo anniversario della mostra di Marin Držić
Mostra Marino Darsa non piaciuta
Ruđer Bošković – Ruggero Boscovich
Monumento al dalmata italo serbo Ruggero Boscovich
Per le persone oneste sarà sempre Jugoslavia. A nessuno piacciono i nazionalisti guerrafondai che hanno distrutto la grande Jugo
Ringraziamo di cuore il "Giornale di Milano" che pubblicizza l'italo serbo Ruđer Bošković – Ruggero Boscovich . La "Società astronomica Ruder Boskovic" gestisce il Planetario di Belgrado
Per tutta la sua storia Ragusa costituì un ponte tra Oriente ed Occidente, tra mondo slavo e romanzo.
La città fu fondata da popolazioni latine, di lingua dalmatica, e il latino e l'italiano furono per secoli le lingue utilizzate nella grande maggioranza dei documenti ufficiali della Repubblica.
Grazie a Giovanni Conversini da Ravenna (1343-1408), che si lamentò di non poter parlare con gli abitanti, sappiamo che alla fine del XIV secolo la lingua più comunemente parlata a Ragusa non era il latino, ma assai probabilmente il dalmatico. Le classi più elevate erano comunque bilingui o trilingui, parlando esse il dalmatico, il volgare italiano e la lingua slava locale. Filippo de Diversis riporta che negli anni 1434-1440, quando insegnava la grammatica latina a Ragusa, nei tribunali si parlava ancora in dalmatico, ma gli stessi giudici parlavano con lui in italiano e la lingua slava era già comune. Il dalmatico si estinse a Ragusa verso la fine del Quattrocento. Per il grande umanista raguseo Elio Lampridio Cerva (1460 circa - 1520) il dalmatico era già una lingua dimenticata, un ricordo dell'infanzia. Così tra le lingue usate a Ragusa rimasero un dialetto štokavo con qualche caratteristica čakava[25], il latino e l'italiano nella forma toscana, con parecchie influenze sia del nord come del sud Italia, in modo particolare dal veneziano. In epoca più recente, a Ragusa si sviluppò anche un dialetto particolare, con base slava e parecchie influenze italiane.
Lo stocavo o stocavico[1] (štokavski/штокавски o štokavsko narečje/штокавско наречjе) è il dialetto di prestigio della lingua serbo-croata: rappresenta le fondamenta su cui si basa lo standard della lingua serbo-croata, così come lo è il fiorentino trecentesco nel caso della lingua toscana, nota dal Cinquecento come lingua italiana. È diffuso come dialetto maggioritario e lingua letteraria, ed è quindi alla base delle varie standardizzazioni che costituiscono la lingua ufficiale in Croazia, Bosnia ed Erzegovina, Serbia e Montenegro (lingua standard croata, lingua standard bosniaca, lingua standard serba, e lingua standard montenegrina).
Negli anni '90 i croati hanno cambiato la lingua perchè rinnegano il loro passato
Figli di questa città di confine, moltissimi ragusei possono essere considerati tanto italiani quanto slavi. E fra questi il più celebre è senz’altro l’astronomo e matematico Ruggero Boscovich (1711-1787) nato a Ragusa da madre italiana e padre serbo, a 14 anni si trasferì in Italia. Boscovich, che fu un prete cattolico, è uno dei più grandi intellettuali del suo tempo: matematico, astronomo, uomo di fede e di scienza. Era senz’altro bilingue (parlava anche in serbocroato, ma in famiglia prediligeva l’italiano), scrisse la gran parte delle sue opere scientifiche in latino – lingua della scienza d’allora – ma anche in italiano e in francese. Nella sua corrispondenza con Voltaire, il filosofo gli scriveva in italiano. Fece parte dell’Accademia dei Quaranta, altrimenti detta Società Italiana. E’ interessante che anche i serbi considerano Boscovich come un “loro” scienziato, poiché suo padre era di origine serba. Boscovich preferiva definirsi “dalmata”, rivendicando dunque un’origine regionale più che nazionale (un atteggiamento dunque molto… italiano!). Va altresì notato che dei suoi cinque fratelli, due – Anna e Pietro – furono buoni poeti slavi, mentre un altro – Bartolomeo – fu studioso e poeta, ma di lingua italiana.
GIACOMO SCOTTI – LINEAMENTI DI UN GENOCIDIO CULTURALE
"L’ennesima provocazione dei tifosi di calcio, nella fattispecie dei tifosi della Dinamo di Zagabria che lo scorso 14 settembre a Milano, oltre a provocare incidenti e risse, hanno compiuto un gesto deplorevole di apologia dell’ideologia ustascia e nazista, alzando il braccio destro, rievocando così l’epoca di Adolf Hitler, Benito Mussolini e Ante Pavelić. L'Unione dei combattenti antifascisti e degli antifascisti della Croazia (SABA RH) ha a più riprese protestato contro tali incidenti provocati dai tifosi che glorificano non solo lo Stato indipendente di Croazia, ma anche tutti i mali accaduti durante il periodo del terrore ustascia. È evidente che i giovani tifosi della Dinamo si comportano in linea con l’attuale clima generale in patria, ossia con la tacita approvazione dei saluti, dei simboli e degli slogan ustascia. Lo dimostra chiaramente anche l’atteggiamento neutro assunto non solo dai mezzi di informazione, ma anche dai funzionari e dalle autorità competenti croate nei confronti del recente episodio accaduto a Milano.
Chiediamoci: perché Jasenko Mesić, ambasciatore della Repubblica di Croazia a Roma, e Stjepan Ribić, console generale della Repubblica di Croazia a Milano, non hanno reagito all’episodio a cui si è assistito a Milano? Cosa ha fatto Gordan Grlić Radman, ministro degli Affari Esteri ed Europei della Repubblica di Croazia? Non si sono fatti sentire né il capo del governo croato né il presidente del parlamento croato. Ci sembra superfluo sottolineare che l’incidente in questione, pur essendo accaduto a Milano, è un attacco diretto alla Costituzione della Repubblica di Croazia.
La marcia su Milano dei tifosi della Dinamo di Zagabria
Alcuni tifosi della Dinamo Zagabria, a Milano per la partita di Champions, hanno 'sfilato' verso San Siro, con le braccia tese, cantando cori da stadio. Qualche ora prima un gruppo di circa 300 ultras ha fatto irruzione all'interno del Carrefour del complesso residenziale dell'ex Fiera, costringendo all'evacuazione dei clienti all'interno. La questura ha emesso più di 20 Daspo e 23 tifosi sono stati denunciati a vario titolo.
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