giovedì 1 settembre 2022

Risposte alle questioni poste dal sig. Cristiano Pambianchi


 Mostra Marino Darsa NON piaciuta perchè è falso dire che Darsa era croato . Bisognerebbe chiamare Knut Flovik Thoresen che ha bloccato una mostra croata falsa in Norvegia

TUTTO SPIEGATO BENE QUI

NOI INNAMORATI DI CRISTIANO PAMBIANCHI

Scrittori perseguitati dal "democratico" stato croato

Risposte alle questioni poste dal sig. Cristiano Pambianchi. L

LA PINACOTECA DI BRERA E' STATA MAL CONSIGLIATA

Il sig. Cristiano Pambianchi è diventato.. aimè.. lo sponsor della cultura serba

Più di 800 commenti contro la mostra alla Pinacoteca di Brera







Tutte le ipocrisie del sig.Cristiano Pambianchi QUI










LA CROAZIA PUO' DARE TUTTE LE MEDAGLIE CHE VUOLE MA NON DARA' MAI LICENZA DI OFFENDERE 





Se non riuscite a postare su FB questa pagina, la trovate anche QUI






Per migliorare la pochissima cultura dei Balcani che ha il sig Cristiano Pambianchi, consigliamo IN DIFESA DELLA JUGOSLAVIA giunto alla seconda edizione.

Recentemente è stato ripubblicato il libro della casa editrice Zambon curato da Jugocoord che racconta minuziosamente il ‘processo’ contro il leader jugoslavo, il tentativo è quello di affermare la verità storica su quello che successe non solo a Milošević ma all’intero popolo jugoslavo. Il libro si apre con un contributo di Domenico Losurdo scritto nel 2005 quando uscì la prima edizione dell’opera, in queste poche pagine viene riaffermata la natura delle guerre coloniali, intrise di una profonda matrice razzista. È superfluo ricordare che il barbaro attacco contro l’Unione Sovietica da parte della Germania nazista aveva come scopo la conquista del lebensraum (lo spazio vitale tedesco) che si ispirava, come scritto da Adolf Hitler nel ‘mein kampf’, alla conquista dell’Ovest avvenuta nel continente nordamericano attraverso il genocidio dei nativi americani. Non è casuale che Losurdo a proposito del ‘tribunale’ dell’Aja faccia riferimento ai ‘processi’ del Ku Klux Klan che tra Ottocento e Novecento decretavano il linciaggio ed il rogo degli afroamericani.















10 NOVEMBRE 2022
Mediamente un like a post.. ma vero.. tanti fake .. tanti like
Obama l'ha fatto vincere la pubblicità del grande giornalista che sostiene il web da 20 anni a questa parte ! 🤣








Se la matematica non è una opinione sarebbero 32, ma non di libertà, di squallore 





Effettivamente i cetnici torinesi sono i più problematici da gestire eh!

Chiediamo il parere di una esperta: Lina Bertorello














A meno di chiarimenti scritti, sembra che il sig. Cristiano Pambianchi non riconosca o non voglia riconoscere che la "Repubblica di Ragusa" e la "Croazia" erano due regni diversi e distanti tra loro e che il censimento ha dimostrato che non vi era un solo croato in Ragusa, attuale Dubrovnik che era, invece, una città serba, popolata in maggior parte da serbi e italiani 




La comunità giuliano dalmata ha provato a far ragionare in tutti i modi i croati e gli pseudo
croati di Milano, ma evidentemente ci sono troppi interessi in gioco  

Ruđer Bošković – Ruggero Boscovich

Monumento a Ruggero Giuseppe Boscovich a Milano

IL DALMATA




Ma apra un libro di storia Pambianchi che ci sono più brutte figure sue nel web che goal di Maradona!




Se gentilmente potrebbe rallentare.. passiamo la vita a correggere gli sbagli suoi!

 



la stessa strage che i croati hanno fatto in Krajina 

Krajina e Ukraina vogliono dire la stessa cosa: frontiera, confine








Balkan crew è nato nel 2008 da un incontro di una italiana, una svizzera, un albanese e un croato che si ritrovavano a parlare sui vari forum di Balcani. Il primo lettore è stato un militare che aveva un amico rimasto per ore sotto il tiro dei cecchini albanesi in Kosmet. In breve tempo sono arrivati molti serbi cacciati dalla Krajina nella strage di Oluja fatta dai croati supportati dagli USA. Molti di questi lettori serbi cacciati dalla loro terra dove vivevano da centinaia di anni hanno avuto decine di parenti uccisi a Jasenovac durante quei 4 anni di stato fantoccio nazi fascista. Come credete che stiano a vedere il sig. Cristiano Pambianchi che si presenta con la bandiera ustascia ? 






















La Croazia festeggia con le canzoni del neonazista Thompson















Come avvocato non possiamo dare giudizi, ma come esperto di Balcani è davvero di poca cultura

Come uomo ha perso ogni dignità perchè chi difende i fascisti ha perso ogni dignità












Lo spazio in mezzo che vedete è perchè il sig. Cristiano Pambianchi è stato bannato anche da Balkan insight oltre che da Est ovest, Osservatorio Balcani e decine di altri forum balcanici e non sembra la persona più adatta a gestire la cultura croata 





Ammesso e non concesso che ogni cattolico nato in un territorio qualsiasi della sponda orientale dell'Adriatico debba essere considerato croato, ci chiediamo come si possano attribuire alla letteratura croata poeti e scrittori che non scrissero le loro opere in lingua croata. Qui chi grida «Al ladro, al ladro!» è lui stesso un ladro matricolato preso con le mani nel sacco. Infatti in quest'antologia croata della letteratura delle Bocche di Cattaro, che va dal tramonto del XIV alla fine del XVIII secolo, troviamo 48 autori nati nelle Bocche, dei quali 12 sono anonimi. Sottratti questi ultimi, ne restano 36, dei quali, 22 non hanno lasciato una sola riga di scritto in lingua croata o serba, sicché è stato ingaggiato un manipolo di ben 11 italianisti per tradurre i loro testi dal latino e dall'italiano e inserirli nell'antologia. Per la precisione in due casi le traduzioni sono dal latino e in tutti gli altri dall'italiano. La domanda, fastidiosa, sempre la stessa: come possono appartenere alla letteratura croata dei testi italiani poetici e in prosa?
Con quale diritto, con quale faccia tosta si possono compiere siffatte operazioni?







Dopo le ultime assoluzioni eccellenti (vedi i casi HaradinajPerišić e soprattutto Gotovina), il Tribunale dell’Aja per l’ex-Jugoslavia (ICTY) torna a emettere una sentenza di condanna. Gli imputati in questione sono sei croato-bosniaci (il “sestetto”, come lo si definisce nella stampa croata) che furono i massimi esponenti, politici e militari, della Comunità Croata di Herceg-Bosna. Si trattava di una entità nel sud della Bosnia-Erzegovina auto-proclamata nel 1991, priva di riconoscimento internazionale e poi disciolta nel 1994. I sei leader dell’Herceg-Bosna sono stati giudicati responsabili di una “impresa criminale congiunta” (Joint Criminal Enterprise) che, secondo la sentenza, aveva l’obiettivo di costituire una “Grande Croazia”, annettendo dunque la Herceg-Bosnia allo stato croato, con l’esplicito accordo del governo di Zagabria. Lo strumento per realizzare la “Grande Croazia” consisteva nell’espulsione di cittadini bosgnacchi con atti contro l’umanità quali uccisioni, deportazioni, violenze sessuali e la distruzione di proprietà, commessi sistematicamente tra il 1992 ed il 1994 in Bosnia-Erzegovina.








Nonostante le richieste della destra estrema, il parlamento conferma la richiesta di arresti per Glavas, l'influente politico accusato di crimini di guerra contro civili serbi. Ma gli sviluppi dei casi "garage" e "nastro adesivo" potrebbero portare il paese a elezioni anticipate







Il bello è che qualsiasi cosa succeda, fosse anche una alluvione in Nicaragua è sempre colpa dei serbi e dei russi 








Oh amici .. pazienza insultare i piemontesi, ma insultare il sud Italia no eh !!!!!

Ah! Ah! Ridiamo per non piangere davanti a così tanta idiozia 






Capite perchè i serbi non si sono mai potuti fidare dei croati?


Le persecuzione dei serbi durante la seconda guerra mondiale o Genocidio dei serbi furono una serie di abusi e violenze compiuti nei confronti dei serbi soprattutto di confessione ortodossa, in particolar modo da parte delle milizie locali collaborazioniste delle forze di occupazione nazifasciste. Durante la seconda guerra mondiale, con lo Stato Indipendente di Croazia - il regime degli Ustascia - furono uccise tra 330 000 e 700 000 persone, mentre 250 000 furono espulse e altre 200 000 furono costrette a convertirsi al cattolicesimo. Le vittime erano tutte di etnia serba e tra esse vanno inclusi anche 37 000 ebrei.[1]













Originariamente serbi e croati erano lo stesso popolo 











Niccolò.. in quanto fake e anche orribile fake, non sei poi così in grado di criticare eh !

Di fake in fake e di idiozia in idiozia QUI






 Il tuo sbaglio è stato ascoltare gli ultranazionalisti e non i croati che cercano la pace 

Polemiche per il coro cantato con grande trasporto dai calciatori croati dopo la vittoria sul Brasile ai Mondiali: è una canzone di un gruppo neonazista che rievoca pagine insanguinate delle guerre dell’ex Jugoslavia. I responsabili vennero condannati per crimini contro l’umanità.















Il serbofobico ereticus è una strana forma di serbofobia
In pratica gli si racconta di una donna aggredita in un convegno e lui capisce il contrario 




Quando il serbofobicus ereticus vede che un ragazzo croato apre una pagina dedicata alla musica jugoslava, impazzisce e la clona, poi ci aggiunge frasi delle peggiori malattie psichiatriche 







Ci siamo salvati tutti i PDF QUI



















I croati e gli pseudo croati in particolare quelli di Milano, hanno un disturbo ossessivo compulsivo.. vedono cetnici ovunque 





Non è che se a Cattaro (Kotor, Montenegro) ci sono dei cattolici sono automaticamente croati! Basta aprire un libro con una cartina geografica! Forza ignoranti.. studiate! 









Naturalmente per alcuni croati e pseudo croati che pensano che siamo tutti deficienti, la "Repubblica di Ragusa" diventa improvvisamente la "Repubblica di Dubrovnik"!!!!! Poracci.. fan perfin pena 






MARIN DRZIC ERA UNA DALMATA FIGLIO DI SERBI
Marin Držić nacque a Dubrovnik probabilmente nel 1508. nella casa paterna vicino al Palazzo del rettore come il figlio minore nella famiglia di commercianti plebei originaria di Cattaro che nel XIV. secolo aveva perso il titolo nobiliare avendo prolungato l`albero di famiglia da parte di un figlio illegittimo. La madre Anukla discende dalla distinta famiglia borghese di Kotruljević.




































Dopo aver legittimato il furto degli scrittori dalmati e passato giornate e giornate a criticare Djokovic per i fatti di Melbourne, magicamente il nostro Premio Nobel per la letteratura pseudo croata cambia nazionalità pure a Nole. OLE'









Ma mi raccomando Sig.Pambianchi.. mai azzeccarne una nella vita!

Djokovic vince le Atp Finals di Torino ed eguaglia il record di Federer. AGI - Il Maestro è sempre lui: Novak Djokovic a 35 anni e 182 giorni è il più anziano vincitore del Masters, il torneo dei maestri: vince le Atp Finals di Torino battendo il norvegese Casper Ruud 7-5 6-3 in poco più di un'ora e mezza di gioco.20 nov 2022





Le leggi vanno rispettate, soprattutto dagli avvocati 




I croati e gli pseudo croati di Milano fanno fatica a ricordare il comandamento NON RUBARE . Lo dicono tutti, ma in particolar modo lo dice Marco Tarquinio, lunedì 21 marzo 2016, rispondendo alle giustissime rimostranze di Antonio Ballarin. Si vede che questi signori finchè non prendono una denuncia non capiscono. - Posso parlare solo per me e per i miei colleghi, caro dottor Ballarin, ma di un dovere che non è solo mio e nostro: gli errori, quando ci sono, vanno sempre corretti. Affermare quel che è stato affermato in quel dispaccio di agenzia sull’italiano Ruggero Boscovich «croato» è stato un errore serio e grave. Che getta sale su una ferita che bisognerebbe invece curare e chiudere. E la verità è la prima medicina.







Siamo grati al Direttore di «Avvenire» per avere colto e approfondito le precisazioni che la Federazione degli esuli giuliani, istriani, fiumani e dalmati – tramite il suo presidente, Antonio Ballarin – ha espresso circa l’inaugurazione del milanese monumento a Ruggiero Boscovich, esaltato come scienziato croato da parte delle fonti giornalistiche che hanno recepito in modo acritico il comunicato ufficiale dell’iniziativa. Non è questo che l’ultimo tentativo di piegare la storia al nazionalismo.








Chi ha avvisato l’ANSA il 13/02/2017 dicendo che Boskovic era croato ha detto il falso . Impossessarsi delle culture precedenti perchè hai conquistato quel territorio non ha nessun senso, altrimenti anche tutta la cultura degli Illiri diventerebbe croata. L’unica cosa corretta da dire è quella scritta sulla statua. Nato a Ragusa, nella Repubblica di Ragusa, attuale Croazia . A Dubrovnik al massimo nascono alcuni croati dopo il 1920 e nemmeno, non certo dal 1500. A Dubrovnik nascono i croati da quando è Croazia, non prima. Non si puo’ cambiare nazionalità a tutti quelli nati 500 anni prima e non si puo’ confondere la Repubblica di Ragusa col Regno di Croazia che stava da tutt’altra parte . Che ignoranza certa gente!!!





E' da chiarire se il sig. Cristiano Pambianchi fa più informazione o disinformazione, perchè non c'è NESSUNO  che è d'accordo con quel che dice, lo si legge anche QUI




Si ringrazia la comunità giuliano dalmata che in tutti i modi ha cercato di far ragionare i croati e gli pseudo croati di Milano 








Se esiste ancora qualche croato che cerca la pace, andrebbe elogiato, non crocefisso













Cristiano Pambianchi, se non ci fosse stata bombardata la biblioteca nazionale di Belgrado da parte dei tedeschi potrei risponderti nella stessa maniera ma ti racconto una storia vissuta di persona anche se avevo 5 anni e per mia fortuna non la capivo.
I miei erano la famiglia di ferrovieri e si andava in ferie un Croazia sui stabilimenti fatti per gli tutti ferrovieri del eh Yu
Passata la Zagabria
Dovevamo aspettare arrivo del treno per un circa 2 ore , sui binari forse era Karlovac
Per prima volta nella mia vita i miei genitori mi hanno permesso che vado io a prendere il pane sul negozio alimentare che si trovava nella stazione (seguendomi con lo sguardo)
Entrai ed era la coda, ho aspettato mio turno, chiedendo alla commessa
Jedan hleb (una pagnotta di pane)
La commessa fa finta di non capire
Io ripeto cosa voglio
Ancora non capiva, faccio vedere con il dito (ero piccola e non volevo fallire il mio primo compito da adulta)
Ancora non capiva, fino al punto che un signore anziano le urlò dietro
Daj taj KRUH detetu (pane in croato, hleb in serbo)
Dai quel pezzo di pane ala bambina!!!
Preso il pane trovai il mio padre davanti negozio preoccupato perché non tornavo e il signore usciva dietro di me
So che mi mandò da mia madre poi mio padre con il signore
è entrato nel negozio e ha fatto casino
Essendo che era negozio che apparteneva alla ferrovia e mio padre e madre (come funzionari ferrovieri) erano nel partito
so che la commessa perse il lavoro....
Questo basta?
Avevo 5 anni. 
Gord Mark 












Gent.mo sig. Cristiano Pambianchi, da anni conosciamo la sua avversione per i "serbi". Lei dice che sono 29 anni che la disturbano, ma probabilmente sono molti di più, sicuramente prima del parto, perchè non si spiega in nessun modo questa compulsiva "fobia". Allora, fermo restando che i serbi sono il popolo sbagliato della storia, le sottoponiamo questo caso. Un bambino cacciato dalla sua casa con le armi che deve scappare in Canada per sopravvivere e si ritrova dei croati diremmo davvero poco onesti che lo insultano per la sola colpa di essere stato un bambino serbo nato nell'attuale Croazia. E' poi così sicuro di voler passare la sua vita odiando un popolo o una qualche coscienza, se la trova, la fa riflettere un attimo? 















In un altro forum parlano di Tudman












Sempre stato così.. mai in grado di fare un discorso .. quando non sapeva rispondere bannava











Un croato ha rotto tre tavole con i geroglifici egiziani nel museo di Zagabria pensando che fossero cirillici 















Giovanni Francesco Gondola (in croato: Djivo, Gjivo, Đivo o Ivan Gundulić; in serbo: Џиво?, traslitterato: Dživo o Иван Гундулић/Ivan Gundulić; Ragusa di Dalmazia, 8 gennaio 1588 – Ragusa di Dalmazia, 1638) è stato uno scrittore e poeta dalmata, cittadino della Repubblica di Ragusa. Ha scritto le sue opere utilizzando principalmente il dialetto štokavo. Le opere erano in gran parte traduzioni dei classici italiani e latini[1].

















Ho scritto altre volte e lo ripeto qui: la Croazia ha grandi croati, uomini e donne, di cui vantarsi, che meritano di essere celebrati in tutti i campi, compresa l’arte e la letteratura; non ha perciò bisogno di rubarli ad altri popoli. Temo però che i ciechi nazionalisti non cesseranno mai di rubacchiare per ornarsi delle penne altrui."
firmato: Giacomo Scotti
(da.linkiesta.it del /2011/05/01)




Sono stati notati dei mercenari croati in Ucraina, eredi degli ustascia, organizzazione militare fascista alleata coi nazisti



















la stessa strage che i croati hanno fatto in Krajina 

Krajina e Ucraina vogliono dire la stessa cosa: frontiera, confine 



























































La Croazia che ha dato le medaglie ad honorem al sig. Cristiano Pambianchi supporta la Russia.

"Io nel 1991 avevo 17 anni, il mio primo viaggio all’estero fu nel campo profughi di Novo Mesto in Slovenia dove arrivavano le vittime della pulizia etnica nella zona intorno a Vukovar. Parlo solo di ciò di cui ho esperienza come volontario della Caritas e poi come giovane giornalista." .. 


Io all'epoca ero teenager e non mi i interessava molto la guerra, ma notavo la mia bellissima città di Belgrado inondata di profughi della pulizia etnica croata che scappavano da Vukovar stessa. Lunghissime file di macchine civili, trattori e camion con a bordo le proprietà private hanno potuto salvare. Igor

Sig. Cristiano Pambianchi, ci siamo vestiti da lupi e ora beliamo come agnelli? 








Una volta i tedeschi congelavano in Russia, adesso a casa loro 





E' da capire se abbiamo tradotto male, ma a dir la verità ci sembra di aver tradotto bene, cio' che dice l'amico croato del sig. Cristiano Pambianchi. Il Sig. Niksa Matic afferma che il busto di Ivan Rendic' nato nell'Isola di Brac' in Dalmazia si trova a Dubrovnik .. ma secondo lui dove si dovrebbe trovare? Chiediamo per un amico. Non si trova a Belgrado perchè Ragusa era una repubblica, ma tanto meno si trova a Zagabria caro sig. Matic'. La Croazia puo' conquistare tutti i territori che vuole ma non puo' cancellare le culture precedenti, tant'è che a Dubrovnik su ogni angolo c'è una scritta contro Zagabria perchè ancora oggi si sentono dalmati. In ogni caso è sul vostro sito che c'è scritto che Marino Darsa ha origini serbe 






Non c'è un ignorante più ignorante di chi dice che la Serbia non ha cultura 






Il portiere del Canada (originariamente serbo) dopo che i tifosi croati lo chiamavano "Borjan Ustasha". Ben fatto Borjan! 🇷🇸


Probabilmente c'è qualcuno che scorda che alle affermazioni di "propaganda cetnica" si puo' rispondere con "propaganda ustascia"  ..   vero Niccolò Giaxich, Luigi Rodeti, Giovanni Tinto, William, Guglielmo Alfinar, Arca di Noè, Francesco Frangipane e miliardi di altri fake???? 
Per le multiformi vite di un importante inviato di guerra .. sempre lo stesso eh ! 
Cliccare QUI












E prima non capisce la differenza tra Wikipedia e WikiLeaks, poi non capisce la differenza tra il presidente della Serbia e il presidente del parlamento serbo (tra l'altro lui è un uomo e lei una donna) , poi non capisce la differenza tra una condanna e il riconoscimento della colpa.. ma fare una cura di fosforo ? 







Mizzeca.. e sua moglie che ne pensa ? 





Mai dare retta agli ultranazionalisti .. ti mandano fuori dai gangheri 




Va di moda l'auto like !

Se volete vedere un fake idiota cliccate QUI










Vi comunichiamo la percentuale di like alla perla di saggezza del sig. Cristiano Pambianchi a 24 ore dalla suo editto















Maggiori informazioni: QUI





Il sig. Cristiano Pambianchi probabilmente ignora che anche la Federazione elvetica è composta da 26 cantoni autonomi ma non è previsto lo smembramento e qua già 1 a zero per la cultura, perde Pambianchi. Inoltre le repubbliche jugoslave si potevano smembrare solo in accordo come è successo per la Macedonia e il Montenegro, ma non con il crimine come è stato commesso dal primo presidente croato ritenuto colpevole in ogni grado di giudizio per non parlare dei 111 anni dati ai colonnelli croati con il suicidio in tribunale di Praljak. D'altronde Sinisa Mihajlovic racconta sempre che la sera avevano giocato tutti a carte e la mattina lo zio voleva uccidere il padre e sui muri leggevi UCCIDI IL SERBO 


L'ex calciatore e allenatore, scomparso dopo una battaglia contro la leucemia, nel 1991 aveva lasciato la città croata di Borovo, dov’era cresciuto, a causa del conflitto nella ex Jugoslavia. "Con la guerra non esistevano più i legami familiari: mio cugino voleva buttare una bomba in casa - ha raccontato anni dopo - Io sono nato a Vukovar, i croati erano maggioranza, c’era la caccia al serbo". In Italia "speravo che i miei allenamenti durassero 24 ore perché solo in quei momenti non pensavo ai bombardamenti"









Chi voleva, e vuole, offenderlo, lo chiama “zingaro” .

Sinisa Mihajlovic' è un serbo della ex Jugoslavia, aggredita e devastata nel 1999 per non volersi piegare al “Nuovo ordine mondiale” fiorito con la caduta del muro. Nel decennale di questo crimine perpetrato dalle “grandi democrazie occidentali”, l’ Antidiplomatico intervistò Mihajlovic': un’intervista che consiglio di andare a rilegge, o a leggere. Nel delirio di menzogne che promossero e legittimarono i bombardamenti nazisti su Belgrado, Mihajlovic' visse il dramma che derivava da quello che invece fino ad allora era stato un modello di convivenza interetnica, madre croata e padre serbo. In quel periodo Sinisa giocava nella Lazio ed ebbe modo di constatare da vicino le manipolazioni della stampa: sulla prima pagina del maggior quotidiano romano, Il Messaggero, riconobbe il cadavere di un suo amico serbo con un foro di proiettile in fronte, che il quotidiano presentava come vittima dei “cecchini serbi”. Stesso stravolgimento della realtà a proposito del Kossovo, dove oggetto di pulizia etnica furono, e sono, i serbi; la stessa propaganda che commemora la strage di Srebrenica e tace degli antefatti, delle vessazioni, delle discriminazioni, e della cacciata dei serbo bosniaci (250.000) dalle loro case, dal loro territorio. Sinisa venne infamato come fascista per il suo “elogio” di Arkan, intervenuto a difesa dei cittadini serbi espropriati cacciati, ammazzati. Racconta dell’allucinante telefonata di suo zio croato alla sorella (madre di Sinisa), fuggita col marito (padre di Sinisa). “Perché sei fuggita? Quel po...o serbo di tuo marito meritava di essere sca....ato”.
“Io sono comunista più di tanti altri”, precisa. E ricorda la Jugoslavia vissuta da ragazzo; e ovviamente Tito che era riuscito a creare un miracolo di convivenza pacifica tra molte etnie e uno stato sociale che permetteva a tutti una vita dignitosa.
“Cosa ne pensi degli americani”?
“Cosa posso pensare di criminali che hanno bombardato scuole, ospedali, fabbriche del mio Paese?”









Vuk Karadzic ha dimostrato che l'idioma "stocavo" era parlato solo dai serbi 














E' assurdo parlare di nazionalità prima che nascessero gli stati nazione come li intendiamo ora. Una volta c'erano i regni e la nazionalità era intesa come stirpe, discendenza. Dato che Marino Darsa era figlio di padre serbo anche perchè a Ragusa non vi era un solo croato, mentono sapendo di mentire i croati che si sono appropriati della cultura dalmata 
















C'è una prova inconfutabile del fatto che a Dubrovnik non si sentono croati, ma dalmati poichè esiste un giornale chiamato "Il Dalmata" che striglia la comunità croata di Milano per alcune frasi non corrette anche riguardo a Marino Darsa. Purtroppo questa pagina non consente i PDF per cui dovete cercare voi "Il Dalmata"num.94 pag.12. Articolo di Franco Luxardo



Tutto meglio spiegato QUI

















Trenta anni fa – il 23 dicembre 1991 – la Germania dichiarava unilateralmente e pubblicamente il suo riconoscimento delle repubbliche di Croazia e Slovenia, con effetto a partire dal 15 gennaio successivo. Era il “regalo di Natale” ai nazionalisti antijugoslavi, pochi giorni dopo che, a Maastricht, la stessa Germania aveva ricattato l’intera Comunità europea: o si distrugge la Jugoslavia, oppure niente Euro e niente Unione… Perciò, il giorno di Natale 1991 i muri della Croazia si riempirono di scritte “Danke Deutschland”, e ci fu persino chi ci scrisse una canzone. Da aggiungere che il supporto non era solamente politico, ma anche militare, con armi riciclate dall’ex DDR regalate dai tedeschi ai separatisti croati. Armi con cui assalirono le caserme dell’JNA. La vendetta nazista sulla Jugoslavia e finalmente la Croazia colonia tedesca, per i croati meglio camerieri (alcuni si spingono a dire stallieri) che jugoslavi!

Sanja Trumbić - Danke Deutschland (Croatia 1992)

CROAZIA: Quell'indipendenza pagata coi soldi del crimine organizzato











La città di Mostar dal 1992 ad oggi è contesa tra i cattolici erzegovesi – i più fanatici tra i nazionalisti croati, quelli che si sono inventati le apparizioni a Medjugorije (che è a pochi chilometri) e che hanno ucciso Luchetta, Ota e D'Angelo, tanto per intenderci – ed i reazionari musulmani. Probabilmente le due fazioni fasciste si alternano negli attacchi vandalici contro il Cimitero partigiano.





Il prof. Novakovic' ha vinto la sua causa a Strasburgo contro il governo croato, poichè la Corte dei diritti dell'uomo ha ritenuto ingiusto il suo licenziamento. La sua unica colpa era quella di pronunciare con un accento serbo alcune parole croate.

Ecco perchè fanno ridere i croati appartenenti alla comunità di Milano che insistono a considerare i serbi del passato croati, poichè adesso alcuni territori sono sotto la nazione croata.

Buffoni ! 

Mile Novakovic ha vinto la sua causa.. anche se troppo tardi






Riceviamo e volentieri segnaliamo:

Pangea Grandangolo
DENTRO LA NOTIZIA
su BYOBLU
canale 262 digitale terrestre
canale 462 Tivùsat, canale 816 Sky
Mercoledì 29 alle 20:30
Jugoslavia – Krajina
Il Donbass di trent’anni fa
Dopo la firma del Trattato INF nel 1987 con Michail Gorbacev, il Presidente Ronald Reagan promise alla Russia che la NATO non sarebbe mai arrivata alle sue frontiere, impegno reiterato dal Presidente George Bush senior alla dissoluzione dell’URSS nel 1991. Ibernata momentaneamente la Guerra Fredda, gli Stati Uniti, ormai l’unica potenza mondiale, avevano già programmato la dissoluzione della Jugoslavia e l’isolamento dei Serbi troppo vicini alla Russia. In aggiunta era urgente trovare una nuova collocazione per la NATO.
Attraverso la Banca Mondiale imposero il rientro dei prestiti, finanziarono i partiti di estrema destra croati e appoggiarono le istanze dei musulmani di Bosnia e, per potere agire con il consenso dell’opinione pubblica, iniziarono una campagna mediatica contro i serbi. Per completare l’opera, agenti CIA con molto denaro convinsero personaggi politici e esponenti dei media a sostenere la narrativa stabilita. Poi imposero pesanti sanzioni. I serbi venivano descritti sui media internazionali come guerrafondai, imputati di volere una "grande Serbia".
Ci sono molte somiglianze con quanto avviene in Donbass: si può dire che in Jugoslavia sono state fatte le prove di scena per un protocollo applicato anche in Ucraina.
Krajina come Ukraina significa frontiera. Le Krajine serbe, inserite nella Croazia, non avrebbero formato la Repubblica Serba di Krajina se avessero potuto rimanere in una Croazia federata alle altre Repubbliche Jugoslave. Ma con l’indipendenza, il governo croato aveva promulgato una Costituzione che escludeva diritti ad ogni etnia diversa da quella croata.
Nel 1993 con la Sacca di Medak iniziò la pulizia etnica delle Krajine, culminata con le operazioni Flash e Storm (1995) supportate da mercenari USA: mezzo milione di serbi, privi di protezione, dovettero abbandonare il proprio territorio.
Il docufilm presentato da Pangea Grandangolo Dentro la Notizia è stato girato nel settembre 1993 da un operatore della TV Knin che non esiste più, come le Krajine.






Chi fa un articolo sul giornalino della Caritas di Sesto San Giovanni non si puo' dichiarare giornalista inviato speciale di guerra. Gli inviati speciali sono stati Marco Lucchetta, Alessandro Ota e Dario D'Angelo uccisi dai croati a Mostar





Fosse mai che si riuscisse a leggere un rigo di tutta sta documentazione?











Evviva! Abbiamo trovato il grande reportage di guerra!......giuslavorista (foro di Milano). In gioventù, quando è iniziata la guerra avevo 17 anni, giornalista presso Città Nostra Sesto San Giovanni, Caritas Ambrosiana campo profughi di Novo Mesto (Silvio Ziliotto), Parlamento Europeo per i Giovani/George Soros Foundation. ... Premio Pulitzer al più giovane giornalista ! Pure minorenne !





In pratica cosa ne dobbiamo dedurre? Chi presenta la cultura croata in Italia è un italiano che ha conosciuto i Balcani a 17 anni, si spaccia per reporter di guerra per un articolo fatto sul giornalino Caritas e dice di avere un padre adottivo croato che è amico di Tudman che è un criminale di guerra. Questo padre adottivo ha diffamato 5 scrittrici croate che sono esiliate all'estero, ma vengono ancora perseguitate.

Tutto ben spiegato QUI




















I tre giornalisti arrivarono in Bosnia Erzegovina a Mostar est - parte della città controllata dall'Armija e sotto assedio da più di un anno per mano dell'HVO, esercito croato-bosniaco - sui mezzi del convoglio della Croce Rossa internazionale partito la mattina dalla vicina Medjugorije (sotto controllo dell'HVO), scortati dal contingente spagnolo dei Caschi blu.






Lo scomodo jugoslavismo di Dubravka Ugrešić
dà fastidio anche a Diego Zandel e alla lobby europeista di Osservatorio Balcani Caucaso

Il timore però è che l’invito sia rivolto alla dissidente più che alla brava scrittrice che la Ugrešić è, facendole ricoprire un ruolo che ormai dovrebbe scrollarsi di dosso, credo con una profonda riflessione sui passi in avanti compiuti dalla Repubblica di Croazia dai tempi di Tuđman che, perseguitando lei ed altri scrittori critici, mostrava il volto becero di un regime. Magari partendo dalla semplice considerazione che l’attuale Repubblica di Croazia non solo contribuisce economicamente, attraverso il ministero della Cultura, alla traduzione dei suoi libri all’estero, ma anche a qualcuno dei suoi viaggi di lavoro come, ad esempio, l’ultimo nel nostro paese per la presentazione proprio di questo libro a Torino e a Roma.








Tanto è amata all'estero, tanto è odiata in patria. Gli ustascia croati non si smentiscono mai















L'unico errore di Milosevic' è stato allearsi col criminale Tudman per spartirsi la Bosnia 






In tutte le recensioni della statua di Marin Drzic si parla solo di Shakespeare di Ragusa, mai di Shakespeare croato.. per cui ci sa proprio che erano in mala fede i soliti quasi croati di Milano.



Mira Furlan, una delle più note attrici croate e jugoslave, è mancata il 20 gennaio 2021. Il cordoglio si è diffuso a livello internazionale, anche per via della carriera statunitense dell’attrice. Negli ultimi giorni, diverse testate e pagine social nei paesi post-jugoslavi hanno rilanciato una toccante lettera scritta da Mira Furlan nel novembre del 1991 e pubblicata all’epoca dal settimanale Danas. Da Belgrado, si rivolgeva ai suoi concittadini di Zagabria, dopo il licenziamento dal Teatro nazionale croato e gli attacchi pubblici e privati subiti a causa del suo impegno professionale nella capitale serba, dove viveva il marito Goran Gajić. La coppia si trasferì a New York poco tempo dopo la pubblicazione della lettera. La riproponiamo grazie alla traduzione di Marijana Puljić.






A Dubrovnik si sentono ancora oggi dalmati e c'è una scritta contro Zagabria ad ogni angolo







 Il 22 dicembre 1990, il parlamento croato proclamò unilateralmente l’indipendenza e promulgò una nuova Costituzione tutta incentrata sul principio fondamentale, prego di richiami alla celeberrima Dottrina Monroe, della “Croazia ai croati”. Nell’ottobre del 1991 il governo guidato dal presidente Franjo Tuđman decretò l’espulsione di circa 30.000 serbi dalla Slavonia e dalla Krajina, mentre la Guardia Nazionale Croata occupava Vukovar. L’esercito federale cinse d’assedio la città prima di procedere all’attacco, infliggendo pesanti perdite agli assediati che vennero costretti alla resa. Nel frattempo, la Macedonia otteneva l’indipendenza (17 settembre 1991) grazie ad un accordo stipulato tra il primo ministro Kiro Gligorov e il presidente della Federazione Jugoslava Slobodan Milošević, mentre la Slovenia decise di ispirarsi all’esperienza croata per proclamare a sua volta (25 giugno 1991), l’indipendenza da Belgrado sulla medesima base etnica. A differenza di quanto accaduto in Croazia, il piccolo esercito sloveno riuscì a tener brillantemente testa alle milizie federali, provocando pesanti perdite. Le secessioni proclamate unilateralmente da Croazia e Slovenia e il successo ottenuto da quest’ultima nel conflitto contro le truppe inviate dal governo di Belgrado non potevano che alimentare le spinte centrifughe interne alla Jugoslavia, favorendo implicitamente l’estensione a macchia d’olio della guerra civile.
Guerra jugoslava, cronache di una catastrofe preparata a tavolino
di Giacomo Gabellini 4.12.2017

Rolando Dubini 10 aprile 2021






Se avete due soldini e volete saperne di più, consigliamo Un viaggio d'inverno, ovvero giustizia per la Serbia del premio Nobel Peter Handke. Purtroppo è talmente raro che il suo prezzo si aggira sui 300 euro e molti di noi ce l'hanno in cassaforte e ancora non lo vendono perchè il prezzo continua ad aumentare 




Per le persone oneste sarà sempre Jugoslavia. A nessuno piacciono i nazionalisti guerrafondai che hanno distrutto la grande Jugo






Le violenze in Croazia sono documentate da moltissimi rapporti mai smentiti che risalgono a metà 2018, a cominciare da quello di Amnesty International. La Croazia è una “democrazia fragile” (ha problemi interni con la propria polizia, esce da una guerra sanguinosa con numerosi criminali di guerra, impuniti), ha al suo interno un diffuso razzismo, ma ha anche probabilmente ricevuto indicazioni sul “lavoro sporco” da fare e, attraverso delle bande consistenti, lo sta facendo. Il committente di queste violenze è l’Unione Europea; a volte lo stesso governo croato, difendendosi, con una certa sincerità e ingenuità, ha finito per dire la verità quando ha detto: “Noi proteggiamo i confini dell’Europa.”











Anche il tam tam del sig. Pambianchi su Srebrenica ci ha un poco stufato.
La Corte ha stabilito che quello che avvenne fu un genocidio ad opera di singole persone, ma che lo Stato Serbo non può essere ritenuto direttamente responsabile per genocidio e complicità per i fatti accaduti nella guerra civile in Bosnia-Erzegovina dal 1992 al 1995, fra i quali rientra la strage di Srebrenica.


Comunque anche il presidente croato mette in dubbio i fatti di Srebrenica 






Una volta falsificati, ovvero croatizzati, nome e cognome di uno scrittore, di un pittore, di un musicista che nacque o visse sul territorio che oggi fa parte della Croazia, la sua opera diventa automaticamente croata.












Poniamo anche il caso che la famiglia di Marin Drzic' fosse bilingue e conosciuta con entrambe le varianti grafiche del nome, rimane sempre un dalmata serbo, nato vicino alla Serbia e lontano dal Regno di Croazia in cui non c'è mai stato  




Questa volta dobbiamo proprio ringraziare la Croazia che collabora
Sono state recuperate altre 18 vittime serbe presso il cimitero di Zara in Croazia. Erano persone morte durante l'Operazione Tempesta anche detta Oluja. Questo processo di esumazione è particolarmente importante per le famiglie delle vittime serbe che vorrebbero una degna sepoltura per i loro cari scomparsi. Manca ancora il corpo di 1.571 serbi scomparsi nell'Operazione Tempesta che, per ora, ha ufficialmente causato circa 600 vittime, ma è un numero decisamente destinato a salire.



Esattamente questo: malattie psicopatologiche anche ben diagnosticabili nella società
croata, in particolare frustrazione e complessi di inferiorità. Non si poteva dirlo meglio! 





Osijek, la più grande città della fertile Slavonija, in Croazia, regione una volta grande produttrice agricola di carne, latte, vino, mais, zucchero è il luogo in cui ormai guadagnano solo le ditte di autotrasporto. Ora ha la più triste stazione di autocorriere. Ogni giorno partono quattro autobus pieni per la Germania e tutti e quattro tornano vuoti. Per vostra informazione, la Croazia produce il 40% del cibo che produceva negli anni 80, prima della guerra nella ex Jugoslavia e, in questa regione a vocazione agricola, i giovani senza lavoro devono tutti andarsene.





FIUME Tempi duri per gli scrittori in Croazia. Dopo la condanna a Predrag Matvejevic, aggressione e minacce alla giornalista e scrittrice fiumana, Vedrana Rudan. È accaduto nella libreria «Empik», nel centro di Varsavia, dove la Rudan stava presentando la traduzione polacca del suo romanzo «L'amore all'ultima vista», pubblicato dalla «Drzewo Babel». Nell'affollata sala ha fatto irruzione, Jozo Knezevic,presentatosi come croato di Bosnia, da 25 anni imprenditore in Polonia. Con in mano uno striscione con espressioni offensive nei riguardi della Rudan, l'uomo, incurante del folto pubblico, tra cui anche numerosi studenti di croatistica, ha cominciato a urlare e a minacciare la signora. Poi l'ha colpita più volte al capo con un giornale, il quotidiano polacco «Gazeta» che riportava una sua lunghissima intervista, accusandola di aver denigrato la Croazia e di aver definito il suo ex presidente, Tudjman, un «fascista». Ha concluso urlando che avrebbe mandato qualcuno a Fiume a ucciderla.
Il soggiorno di Vedrana Rudan a Varsavia avviene in occasione, oltre che della presentazione del libro, della prima della trasposizione teatrale del suo primo libro «Orecchio, gola, coltello». Il romanzo, diventato subito un bestseller, è stato tradotto in sloveno, macedone, polacco, tedesco e inglese e già portato in scena da due teatri stabili, l'«Atelje 212» di Belgrado e il «Teatro 101» di Zagabria. Ieri sera è stato proposto nel Teatro di Krystyna Janda, la nota attrice polacca, che ne è regista e interprete.
Al pubblico croato Vedrana Rudan è nota soprattutto come giornalista dei periodici «Feral Tribune» e «Nacional». Il suo linguaggio crudo e tagliente rendono i suoi libri subito dei bestseller. I romanzi di Vedrana Rudan sono una protesta contro il mondo in cui viviamo e trattano un tema che è universale, ovvero quello della violenza sulle donne. Violenza che, se anche accade tra le mura domestiche, è un problema sociale e tacerne significa essere complici.
Tornando a Matvejevic, da registrare un intervento a favore dello scrittore inoltrato all'ambasciata croata a Roma a firma di oltre venti scrittori e intellettuali che vivono in Italia tra i quali citiamo Tahar Ben Jalloun, Vincenzo Cerami, Furio Colombo, Claudio Magris, Dacia Maraini, Francesca Sanvitale, Enzo Siciliano.




Una cosa bella che il sig. Cristiano Pambianchi ci ha insegnato: non si odia su base etnica. Non si è capito se vale anche per i serbi e i russi, ma siamo d'accordo: non si odia mai su base etnica 






Il governo Ustascia ed Europeista di Croazia getta la maschera
Le autorità croate hanno vietato al presidente serbo Aleksandar Vucic di visitare in privato il complesso commemorativo sul sito del campo di concentramento di Jasenovac, questa decisione è scandalosa e antieuropea, ha affermato il primo ministro serbo Ana Brnabic.
"È come se proibissi al Presidente di Israele di visitare Auschwitz. Questa è una decisione anti-europea e anti-civiltà, una grave violazione della libertà di movimento. Non analizzo nemmeno quanto questo dica sulla mancanza di rispetto per Vittime serbe Questo è il più grande scandalo tra Serbia e Croazia nella storia recente", ha detto.
Rolando Dubini





Ne come fake ne come discernimento arriva alla sufficienza 


Il nazionalismo è l’ultimo rifugio delle canaglie, diceva Samuel Johnson, e di canaglie pare siano pieni i Balcani: dai croati che hanno recentemente piazzato una bella placca a Jasenovac, campo di di concentramento ustascia, con sopra scritto “pronti per la patria”, proprio per commemorare i fascisti che uccisero serbi, ebrei e musulmani – come se si mettesse una bella patacca ad Auschwitz con il motto “heil Hitler” – fino ai kosovari che discutono in parlamento a colpi di fumogeni, e inneggiano al loro signore della guerra, Rasmush Haradinaj, con eroici cartelloni che campeggiano sulla miseria di uno stato fallito anche per colpa di una classe politica rapace e corrotta.
Matteo Zola 





....Ti ricordo che la Serbia oggi è il paese europeo con più immigrati profughi specie dalla Croazia e che molte di storie loro parlano di atrocità disumane e cattiverie gratuite commesse dagli ustascia croati, che tra l'altro hanno una lunghissima storia di filonazismo.
Moltissimi sono ovviamente anche processati per crimini di guerra
La mi stessa nonna (croata) ha vissuto un dramma nel suo paesino dove è nata negli anni '40, quando gli ustascia sono entrati hanno ucciso mezzo paese con tecniche disumane e ha visto la sua vicina ammazzata con la gola tagliata con in braccio il bimbo al quale hanno tolto gli occhi con il coltello e tagliato la gola. Finché era viva non smetteva di raccontarlo.
Per non aggiungere le atrocità di Jasenovac ed altri campi di concentramento.
Quindi caro non mi parlare del male, che qui ti caschi veramente male con la Croazia.
Igor






La  Repubblica di Ragusa era lontana 400 km dalla Croazia, non centrava una cippa lippa!














VANEGGIAMENTI

Alla luce delle dichiarazione rese di suo pugno in data 26 settembre 2022, il sig Cristiano Pambianchi afferma che: NIKOLA TESLA - IL GENIO DELLA CROAZIA. Alcune precisazioni - dovute ai turbo serbo-cetnici che mi molestano dal lontano 1991... 29 anni e sono ancora ubriachi - sul genio di Nikola Tesla: Conta la sostanza non la religione dei genitori. Conta che nacque in una città che allora era territorio croato e lo è anche oggi quindi in assoluta continuità nonostante il cambio di nomi degli Stati o bandiere. Quel territorio non fu mai Serbia. E Nikola Tesla non andro’ mai in vita sua in Serbia. Mai. I genitori erano croati di fede ortodossa - i genitori non lui che invece non era neppure ortodosso. Con ciò decade ogni collegamento con una pretesa serbita’. La fonte è la storia. Le dichiarazioni di Tesla furono rese negli Stati Uniti d’America sua seconda patria dopo la Croazia, “sono fiero della mia patria croata” (cit. Nikola Tesla)....Quindi con che coraggio ora si fa il voltafaccia di dire che Marino Darsa o Marin Drzic - perchè gli ipocriti cambiano nome ai morti in base alla loro convenienza - è croato se la Croazia non l'ha mai vista? Lei sig. Pambianchi è l'ipocrisia fatta persona! ... - Purtroppo Marin Drzic, Ruder Boskovic, nessuno di loro è mai stato un solo giorno in Serbia. ... tanto meno in Croazia dato che la Croazia distava 400 km da Ragusa che era attaccata alla Serbia - le converrebbe pensare prima di parlare sa? Sono più le brutte figure fatte da lei nel web che tutti i gol di Maradona
Balkan crew 






Non sempre gli avvocati si comportano bene e non solo in Croazia ..È una delle più grandi imprese pubbliche della Croazia ed è oggetto di uno scandalo di dimensioni enormi: il più grande della storia del paese. Una truffa colossale da 130 milioni di euro gestita da un gruppo di persone tra cui un ex manager dell'INA e il presidente della camera croata degli avvocati





È il furto più grande nella storia della Croazia. Il caso di corruzione più clamoroso e al tempo stesso più recente, perché avvenuto tra il 2020 e il 2022, mentre il paese era alle prese con la pandemia. Una nuova afera – come si dice a Zagabria – che si aggiunge ad una lista già lunghissima di scandali, con cui il Primo ministro Andrej Plenković fa i conti ormai quasi settimanalmente dal 2016, da quando è stato eletto premier per la prima volta. Difficile credere che il capo di governo sopravviverà indenne anche a questo colpo di scena, ma in questa Croazia potrebbe anche succedere. 











Credo che le moschee siano state ricostruite a Banja Luka come lo sono state anche nella mia città Doboj. Nessuno di noi nega l'esistenza della cultura musulmana in Bosnia, non so dove ha letto questa stupidaggine (probabilmente se l'è inventata come tante altre cose). Loro sono nostri fratelli che si sono convertiti all'Islam a partire dal XV secolo. Non so quale sia il legame tra i serbi e i nazisti visto che il principale alleato della Germania nazista è stata l'Italia fascista e per quanto riguarda il territorio della ex YU i loro collaboratori più fedeli sono stati i croati (gli Ustascia) e la buona parte dei bosgnacchi (la Handzar divizija). Le dico una cosa e poi chiudo - la Bosnia è stata occupata due volte: la prima dall'impero ottomano quando i musulmani slavi collaboravano e i serbi combattevano per la libertà. La seconda volta la Bosnia era occupata dall'impero Austro-Ungarico quando i croati erano i collaboratori e per la libertà di nuovo combattevano i serbi


Se non acchiappi like servono provvedimenti drastici 







Dopo aver legittimato il furto degli scrittori dalmati e passato giornate e giornate a criticare Djokovic per i fatti di Melbourne, magicamente il nostro Premio Nobel per la letteratura pseudo croata cambia nazionalità pure a Nole. OLE'






........ ma separatisti di che cosa?! Io sono serbo dalla Bosnia e io tifo la nazionale serba in tutti gli sport. Secondo lei i madrelingua tedeschi del Trentino-Alto Adige tifano la nazionale italiana?

La Bosnia medievale è stata abitata dagli slavi e all'inizio è stata una delle provincie serbe e poi è stata divisa tra croati e serbi. Il primo documento scritto degli slavi del sud è stato Povelja Kulina Bana in Bosnia, scritta in cirillico (lo sa bene chi usa il cirillico oggi). Il re bosniaco più importante Tvrtko I Kotromanic si è proclamato il re dei serbi perché erede della famiglia Nemanjic. Quindi è dal medioevo che la popolazione in Bosnia è serba o croata e i bosgnacchi sono il frutto della politica dei comunisti. Oggi, nel 2021, lei italiano e milanese, si permette a parlare a me di che cosa voglia dire la Bosnia, Serbia, Yugoslavia?! Lei non fa altro che provocare i serbi e grazie agli stranieri come lei è scoppiata la guerra civile in ex Yugoslavia.







Non esiste libertà di parola in Croazia.....Durante la sua permanenza alla Globus ha acquisito una certa notorietà a causa di un articolo d'opinione del 1992 non firmato (che alla fine ha ammesso di aver scritto), intitolato "Le femministe croate stanno violentando la Croazia", ​​in cui ha attaccato cinque scrittrici femministe croate ( Slavenka Drakulić , Vesna Kesić , Jelena Lovrić , Dubravka Ugrešić e Rada Iveković), accusandole di tradire la Croazia. L'articolo è stato fonte di polemiche significative che alla fine si sono concluse con una causa per diffamazione contro la rivista. 

Noi tifiamo Dubravka Ugresic

Dubravka Ugresic a Torino




Lo scomodo jugoslavismo di Dubravka Ugrešić

dà fastidio anche a Diego Zandel e alla lobby europeista di Osservatorio Balcani Caucaso

Il timore però è che l’invito sia rivolto alla dissidente più che alla brava scrittrice che la Ugrešić è, facendole ricoprire un ruolo che ormai dovrebbe scrollarsi di dosso, credo con una profonda riflessione sui passi in avanti compiuti dalla Repubblica di Croazia dai tempi di Tuđman che, perseguitando lei ed altri scrittori critici, mostrava il volto becero di un regime. Magari partendo dalla semplice considerazione che l’attuale Repubblica di Croazia non solo contribuisce economicamente, attraverso il ministero della Cultura, alla traduzione dei suoi libri all’estero, ma anche a qualcuno dei suoi viaggi di lavoro come, ad esempio, l’ultimo nel nostro paese per la presentazione proprio di questo libro a Torino e a Roma.




20 settembre 1992 - Caschi blu canadesi, dopo il rifiuto opposto dai soldati croati a farli entrare nei villaggi occupati come forza d’interposizione, riportano quanto accaduto nella “Sacca di Medak”, dove, solo dopo violenti scontri, con sette canadesi dell’Onu e 27 miliziani croati uccisi, questi accettano le ispezioni e i sospetti trovano subito riscontro. Testimoni diretti sono i soldati del Princess Patricia’s Canadian Light Infantry, comandate dal tenente colonnello Kevin.

Quando gli spari, i bombardamenti e il caos cessano a Medak, una delle cose che il peacekeeper canadese Tony Spiess ricorda di più è la puzza di morte dappertutto. La milizia croata cercava d’impedire che le truppe canadesi potessero divulgare le notizie circa le operazioni di “pulizia etnica” che praticavano nei villaggi serbi.
Mentre Spiess e un suo compagno camminano tra le macerie del villaggio serbo distrutto, i croati tentano di fermarli per non far vedere i corpi bruciati: ”Prima delle 1000 del mattino un ombrello denso di fumo copriva tutte le quattro cittadine della sacca di Medak, i croati hanno cercato di uccidere o distruggere tutto ciò che vi era nella loro scia”. Spiess, angosciato, ricorda: “I corpi di due giovani ragazze serbe legate a due seggiole a dondolo, con le braccia legate dietro alla schiena. Stavano ancora fumando… è stata una totale devastazione”.
Un altro testimone, l’ufficiale Green: “Ogni edificio sul loro percorso era stato demolito e molti erano ancora fumanti. Cadaveri giacevano sul ciglio della strada, alcuni gravemente mutilati e altri bruciati e irriconoscibili…
Sapevamo che sarebbe stato brutto, ma le cose che abbiamo trovato e visto sono state peggio di qualsiasi cosa ci aspettassimo…”.
Scritto da Bruno Maran nel libro "Dalla Jugoslavia alle Repubbliche indipendenti" edito da Infinito Edizioni




Non toglierà nulla perchè dovrebbe rimuovere tutto




Abbiamo poi scoperto che non è tanto semplice correggere perchè non è un sito bensì un libro!
Ma queste cose assurde possono averle fatte solo in Croazia. Nessuna casa editrice italiana stamperebbe mai il falso 








Quando sei un grande ignorante e non sai che la figlia di Mladic si è uccisa un anno prima della strage di Srebrenica orgogliosa di avere un padre che salvava i bambini serbi dalla furia dei croato bosgnacchi 





 La Croazia è la vergogna dell'Europa democratica
La sera prima della partenza, mentre passeggiavano per la città, i due ragazzi vengono fermati dalla polizia, evidentemente insospettita dal colore della loro pelle. Più volte i ragazzi provano a spiegare che i loro documenti si trovano nell’ostello dove soggiornano ma, invece di recarsi sul luogo e controllare, gli agenti decidono di portarli in commissariato. Da lì, Abia ed Eboh venivano caricati con altri ragazzi su un furgone e portati nei boschi al confine con la Bosnia. Secondo quanto dichiarato dai due, al rifiuto di scendere dal furgone uno degli agenti ha minacciato di sparargli, dopo ovviamente aver tolto loro i soldi a disposizione. Solo a quel punto si sono incamminati nelle innevate montagne bosniache verso il centro di accoglienza Miral di Velika Kladuša.








Il sig. Thoresen è un militare che ha fermato una falsa mostra croata in Norvegia

- Nel corso del 2012 e del 2013, forze revisioniste illegittime in Norvegia, guidate da alcuni croati, hanno cercato di realizzare una mostra sui prigionieri internati in Norvegia dai Balcani durante la seconda guerra mondiale. È stato un tentativo di presentare come vittime i reclusi croati e bosniaci, anche se in numero ridotto, e i serbi croati come croati ortodossi. Mi sono reso conto che non era vero e siamo riusciti a fermare quella mostra. Ho ottenuto elenchi di prigionieri dagli archivi nazionali norvegesi e dal servizio statale delle tombe di guerra.

Onore e gloria a Knut Flovik Thoresen









A partire dal 2020 c'è stato un picco di violenza nazionalista e crimini d'odio in Croazia. Un anno prima, un rapporto della Commissione europea avvertiva che "l'incitamento all'odio razzista e intollerante nel discorso pubblico si sta intensificando" nel paese, con i principali obiettivi "serbi, persone LGBT e rom". Il rapporto ha aggiunto che la risposta delle autorità croate a questa preoccupante tendenza è stata debole. I tentativi degli ultimi anni di politici di spicco di cancellare i crimini di guerra della Croazia dalla memoria del pubblico e glorificare i brutali criminali di guerra come eroi nazionali contribuiscono direttamente all'ascesa di idee e narrazioni di estrema destra in Croazia. Questo pericoloso revisionismo storico non si limita agli eventi che hanno avuto luogo durante le relativamente recenti guerre jugoslave. In Croazia, anche elementi di estrema destra stanno tentando di rivedere la storia della Seconda Guerra Mondiale. Gli Ustasa, il partito fascista che creò lo Stato Indipendente di Croazia allineato ai nazisti tra il 1941 e il 1945, uccisero centinaia di migliaia di serbi, ebrei e rom durante la Seconda Guerra Mondiale. Gli Ustasa hanno anche supervisionato il famigerato campo di concentramento di Jasenovac dove sono state uccise tra le 770.000 e le 990.000 persone.
Il mondo ricorda gli Ustasa come un'organizzazione "terroristica" ultranazionalista, violenta e razzista che rappresenta un'epoca oscura nella storia europea. Nella Croazia moderna, tuttavia, la brutalità delle azioni del regime ustascia è stata a volte minimizzata dai media e dai politici di spicco, e il partito filo-nazista è presentato da molti come un simbolo di forza e orgoglio nazionale.
Il saluto nazista croato, "Pronto per la Patria" (Za Dom Spremni) è ancora apertamente largamente usato in Croazia. Anche la negazione dell'Olocausto, che va di pari passo con la sanificazione dei crimini degli Ustasa contro gli ebrei croati, sembra essere diventata più ammissibile nel paese.
Non solo condonando, ma anche lodando i crimini commessi dalle forze croate contro altri gruppi etnici, le élite all'interno del paese stanno creando un ambiente in cui più persone si sentono a proprio agio nell'esprimere opinioni xenofobe, razziste e odiose. Oggi la Croazia è un crogiolo di iper-nazionalismo. La maggior parte delle élite politiche del paese non solo non sono riuscite a condannare le opinioni di estrema destra, ma hanno anche creato un ambiente in cui gli attivisti di estrema destra si sentono autorizzati a diffondere le loro idee divisive e pericolose.
Per lasciarsi alle spalle la politica dell'odio, si consiglia alla Croazia di rinunciare urgentemente ai criminali di guerra e porre fine all'ascesa della nostalgia fascista. Deve inoltre agire immediatamente per contrastare la normalizzazione e accettazione delle opinioni razziste e xenofobe tra la popolazione.







Gentilissimo sig. Cristiano Pambianchi, da anni vediamo che la sua connessione a internet non funziona bene ma sicuramente ci sarà una biblioteca vicino a dove vive lei, per cui.. si istruisca .. la Croazia fa parte della penisola balcanica alla faccia dei serbofobici .. oh .. cultura eh !




















"L’ennesima provocazione dei tifosi di calcio, nella fattispecie dei tifosi della Dinamo di Zagabria che lo scorso 14 settembre a Milano, oltre a provocare incidenti e risse, hanno compiuto un gesto deplorevole di apologia dell’ideologia ustascia e nazista, alzando il braccio destro, rievocando così l’epoca di Adolf Hitler, Benito Mussolini e Ante Pavelić. L'Unione dei combattenti antifascisti e degli antifascisti della Croazia (SABA RH) ha a più riprese protestato contro tali incidenti provocati dai tifosi che glorificano non solo lo Stato indipendente di Croazia, ma anche tutti i mali accaduti durante il periodo del terrore ustascia. È evidente che i giovani tifosi della Dinamo si comportano in linea con l’attuale clima generale in patria, ossia con la tacita approvazione dei saluti, dei simboli e degli slogan ustascia. Lo dimostra chiaramente anche l’atteggiamento neutro assunto non solo dai mezzi di informazione, ma anche dai funzionari e dalle autorità competenti croate nei confronti del recente episodio accaduto a Milano.
Chiediamoci: perché Jasenko Mesić, ambasciatore della Repubblica di Croazia a Roma, e Stjepan Ribić, console generale della Repubblica di Croazia a Milano, non hanno reagito all’episodio a cui si è assistito a Milano? Cosa ha fatto Gordan Grlić Radman, ministro degli Affari Esteri ed Europei della Repubblica di Croazia? Non si sono fatti sentire né il capo del governo croato né il presidente del parlamento croato. Ci sembra superfluo sottolineare che l’incidente in questione, pur essendo accaduto a Milano, è un attacco diretto alla Costituzione della Repubblica di Croazia.


Alcuni tifosi della Dinamo Zagabria, a Milano per la partita di Champions, hanno 'sfilato' verso San Siro, con le braccia tese, cantando cori da stadio. Qualche ora prima un gruppo di circa 300 ultras ha fatto irruzione all'interno del Carrefour del complesso residenziale dell'ex Fiera, costringendo all'evacuazione dei clienti all'interno. La questura ha emesso più di 20 Daspo e 23 tifosi sono stati denunciati a vario titolo.

I tifosi della Dinamo Zagabria a Milano
Non sono nazisti, sono boy scout.
Una puzza di nazismo in questa UE, che non si può!







Braccio destro in alto, magliette nere e cori. Una marcia su Milano formata da circa 2mila persone, dalla piazza centrale di City Life verso San Siro, in attesa della partita dentro le porte del Meazza.










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Vi abbiamo dato una idea di cose è la Croazia oggi. Una nazione che si deve vergognare del passato e del presente


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